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Insonnia e ansia, cresce stress cronico da Covid nei giovani

Scritto da il 28 Maggio 2021

Insonnia, depressione, difficoltà di concentrazione: la pandemia da Covid-19 ha creato una situazione di stress cronico, che ha peggiorato un quadro già difficile in particolare per l’infanzia e l’adolescenza. È quanto emerso dal webinar “Una società che cambia: nuovi bisogni e nuove soluzioni in salute mentale”, che ha messo a confronto clinici, istituzioni e associazioni, uniti nel chiedere di potenziare i servizi per i più giovani, perché i problemi di salute mentale insorgono nell’età pediatrica e se si interviene si possono limitare i rischi.
“Già dal 2017 – ha affermato Andrea Fagiolini, professore ordinario di Psichiatria all’Università di Siena – la depressione è la prima malattia responsabile di disabilità: eravamo già in crisi e il Covid ha ulteriormente complicato il quadro, creando uno stress altissimo e cronico e aumentando il numero persone che soffrono di disagio mentale. Abbiamo riscontrato quadri di depressione estremamente severi, molte persone che lamentano insonnia, difficoltà di concentrazione, un netto aumento di disturbi dell’umore e di ansia”.
Durante queste fase, ha evidenziato Angelo Fioritti, direttore del Dipartimento Salute Mentale Azienda USL Bologna, “è aumentato il numero delle persone che si rivolgono ai centri di salute mentale, ma soprattutto sono aumentate le patologie codificate come malattie mentali, in particolare tra i giovanissimi”. A soffrirne, ha aggiunto Giuseppe Nicolò, direttore Dipartimento Salute Mentale ASL Roma 5, “sono stati soprattutto bambini e giovani adulti, con comportamenti autolesivi. Non allocare risorse sulla salute mentale ci impedisce anche di investire sul futuro delle nuove generazioni”. Per questo, “servono risorse e un servizio di prossimità che funzioni meglio, ha concluso Francesca Moccia, vice segretario Cittadinanzattiva, “per intercettare i primi campanelli d’allarme ed evitare che la situazione degeneri”.


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