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Variante Delta, difese ok dopo la seconda dose del vaccino

Scritto da il 25 Giugno 2021

“Una sola dose di vaccino non copre adeguatamente” dalla variante Delta.

Lo ha detto il presidente del Consiglio superiore di sanità e coordinatore del Comitato tecnico scientifico Franco Locatelli (nella foto con il ministro Roberto Speranza) a SkyTg24 ribadendo la necessità di “completare il ciclo vaccinale”.

La variante, ha aggiunto, “solleva preoccupazione perché è più contagiosa e può provocare patologie significative nei soggetti non vaccinati o in chi ha una sola dose di vaccino. Per questo è importante progredire con la campagna” vaccinale.

In caso di individuazione di cluster di variante Delta, ha aggiunto Locatelli, non è escluso possano essere ripristinate delle zone rosse.

“Dobbiamo lavorare nella maniera più intensiva sul tracciamento e sul sequenziamento, perché solo in questo modo riusciamo ad intercettare segnali di diffusione della variante indiana” ha spiegato sottolineando che l’Italia sta sequenziando “nella media europea”.

Ma, ha aggiunto, se si aumenta il sequenziamento, “ci sono poi delle decisioni che devono seguire per cercare di contenere il tutto, altrimenti il sequenziamento diventa un esercizio inutile”. Quindi vanno fatte delle zone rosse? “Se necessario – ha risposto – vanno create delle zone per fermare i cluster, come ad esempio è successo in Umbria quando si è verificata la diffusione della variante brasiliana”.

Frattanto, aumentano le segnalazioni sul territorio nazionale di casi associati a varianti Kappa e Delta, in particolare di focolai dovuti alla variante Delta.

In Italia la variante Delta presenta una percentuale del 16,8%, mentre la più diffusa rimane ancora la variante alfa al 74,92%.

Tuttavia, sebbene i dati di giugno non siano ancora consolidati, dalle prime segnalazioni di sequenziamenti, si segnala un aumento, in percentuale, dei casi di variante Kappa e Delta, la cosiddetta “indiana” e un suo sottotipo, che passano dal 4,2% nel mese di maggio, al 16,8% del mese di giugno (dati estratti al 21 del mese).

Lo si legge nella circolare di oggi del ministero della Salute con l’aggiornamento della classificazione delle nuove varianti Sars-CoV-2 che raccomanda di rafforzare il tracciamento.

La variante Delta è del 40-60 per cento più trasmissibile rispetto alla Alpha(Β.1.1.7) e può essere associata a un rischio più alto di ricoveri.

La Circolare raccomanda di “continuare a monitorare con grande attenzione la circolazione delle varianti del virus SARS-CoV-2, applicare tempestivamente e scrupolosamente sia le misure di contenimento della trasmissione previste, che le misure di isolamento e quarantena in caso di VOC Delta sospetta o confermata”.

Il documento spiega inoltre: “Vi sono evidenze che quanti hanno ricevuto solo la prima dose di una vaccinazione che prevede la somministrazione di due dosi per il completamento del ciclo vaccinale, sono meno protetti contro l’infezione con la variante Delta rispetto all’infezione da altre varianti, indipendentemente dal tipo di vaccino somministrato. Il completamento del ciclo vaccinale fornisce invece una protezione contro la variante Delta quasi equivalente a quella osservata contro la variante Alpha”.


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